Mnemosyne, la dea della memoria, rappresentata come una figura maestosa e senza tempo, con il volto interamente coperto da una maschera d’oro lucente, simbolo della conoscenza custodita e del ricordo eterno. Il suo corpo, scolpito con grazia classica, è avvolto in un drappo marmoreo che sembra fondersi con il tempo stesso, come se emergesse dalla nebbia della storia.
Attorno a lei, le iniziali delle nove Muse (Μ, Κ, Ε, Ε, Τ, Π, Θ, Ο, Ο) sono incise in caratteri greci antichi su un’aureola di luce o scolpite sulla base dell’opera, quasi a formare un codice segreto di ispirazione divina. Ogni lettera potrebbe emergere da frammenti di pietra, come reliquie incise nella memoria del mondo.
Lo sfondo, etereo e astratto, potrebbe evocare un universo in cui il passato e il presente si intrecciano, con tracce dorate che si dissolvono nel vento, come i ricordi che fluttuano tra l’oblio e l’immortalità. L’oro, simbolo della sacralità della memoria, si riflette in dettagli sottili sulle sue mani e sul velo che copre il suo volto, lasciando intendere che il ricordo è prezioso ma spesso velato dall’ombra del tempo.
